Parlare Positivo

Fate una cosa prima di iniziare a leggere: Pensate ad una cosa negativa che qualcuno ti ha detto durante l’ultima settimana.

Adesso pensate a 7 cose positive che ti hanno detto durante la settimana.

Era più facile pensare a l’unica frase negativa, o a ricordare 7 frasi positive?

Sapete che ci vogliono 7 parole di incoraggiamento per sconfiggere l’effetto di 1 negativa? In fatti, se riflettete ci sono certe parole negative che qualcuno ti ha detto quando eri ancora piccolo che RICORDI TUTT’OGGI! Giacomo 3:6 dice, “Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell’iniquità. Posta com’è fra le nostre membra, contamina tutto il corpo” LA LINGUA è UN ARMA POTENTE.

“Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela, affinché conferisca grazia a chi l’ascolta.”

Efesini

È facile soffermarci sulla frase “nessuna cattiva parola”. E magari la tendenza è di sfidarci a modificare il nostro linguaggio, ad usare parole più “sane”. Ma se leggiamo tutto il verso ci rendiamo conto che Paolo sta guardando meno al risultato esterno, e più alla radice interna. Meno a cosa diciamo, e più al perché lo diciamo. Questa è la questione. Rileggiamo il verso… “Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela, affinché conferisca grazia a chi l’ascolta.” Quello che dico edifica l’altro? Risponde ad un loro bisogno? Conferisca grazia? 

Qual è la mia motivazione nel dire questa cosa? 

Con i bimbi è facile vedere la loro motivazione… quando il fratello maggiore ferisce la sorellina, lei risponde di turno, “Ti odio!” Se cerchi poi di spiegare parole gentili alla sorellina, lei risponde dall’ amarezza del suo cuore, “Lui mi ha ferito, e quindi se lo merita!” Dallo stato del suo cuore riusciamo a capire perché non riesce usare parole gentili. 

Per conferire grazia invece, quale elementi sono necessarie? Continuiamo a leggere in Efesini 4:2-3.
con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore, sforzandovi di conservare l’unità dello Spirito con il vincolo della pace.

Gli elementi che ci servono per poter usare parole costruttive sono: 1- l’umiltà, 2- la pazienza, e 3- l’amore. Ma c’è un ultimo elemento che ci serve. Leggiamo in verso 32. 

31 Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria! 32 Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, PERDONANDOVI a vicenda come anche Dio vi ha perdonatiin Cristo.

Quindi l’ultimo elemento che ci serve per avere un linguaggio del regno è il perdono. Come la sorellina, per riuscire ad usare parole gentili aveva bisogno prima di perdonare il suo fratello maggiore, anche noi abbiamo bisogno di perdonare prima, per poter usare il linguaggio del regno. Quindi per riuscire ad esprimere parole costruttive, abbiamo bisogno di 1-umiltà, 2-pazienza, 3-amore e 4-perdono.  

Ma a volte è davvero difficile vivere questi elementi. Come si fa? Leggiamo come possiamo rendere questi elementi parte integra del nostro linguaggio…

 22 avete imparato per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; 23 a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente 24 e a rivestire l’uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità.

Per poter usare parole positive dobbiamo spogliarci del vecchio. Dobbiamo togliere i vestiti vecchi, e rivestirci con quelli nuovi. Dobbiamo riconoscere che in Cristo siamo nuove creature, in fatti siamo creati a immagine di Dio, e dobbiamo appropriarci di questi vestiti nuovi, di questa cultura nuova. 

Le nostre parole postivi hanno valore solo quando conferiscono grazia, quando edificano l’altro, quando fuori escono dal nostro amore, pazienza, umiltà e perdono.  


In fatti 1 Cor 13 1-2 ci dice, “Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo. Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla.”

Come la sorellina. Quando lei aveva ancora amarezza, ira, ecc nel suo cuore, non riusciva ad usare parole gentili, giusto? La sua motivazione non era quello di risolvere il conflitto, o di spiegare un suo bisogno. La sua motivazione era quello di ferire, perché è stata ferita.

Dobbiamo abbracciare l’amore di Dio per noi e essere disposti a darlo agli altri. Solo allora riusciamo ad usare parole positivi con le persone in torno a noi.

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